LA MADONNA DEL PIANTO

In via del Seminario, non distante da Prato della Valle, si trova la più bella isola spartitraffico della città: la chiesa del Torresino. In pochi sanno che questo altro non è che il suo nome d'arte, in quanto il suo vero nome sarebbe chiesa di Santa Maria del Pianto.

Il Torresino si sarebbe meritato questo simpatico soprannome grazie al fatto che, in epoca carrarese, vicino al punto in cui ora sorge la chiesa, si ergeva dalle antiche mura una torre. A quèl tempo era comune rafforzare l'efficacia del sistema difensivo cittadino affrescando immagini di santi e Madonne qua e là. Perciò non era inusuale il fatto che anche su questa torretta si trovasse la rappresentazione della Beata Vergine, posta forse da alcuni soldati che chiedevano la sua protezione. A ogni modo, non è possibile stabilire con sicurezza né l'anno in cui questa effige fu posta, né l'autore di essa. Qualche tempo dopo, nel Quattrocento, vicino alla torretta sorse una piccola cappella della confraternita di Santa Maria della Pietà del Torresino. Ci si accorse presto che questa Madonna non era come tutte le altre, bensì usava dispensare grazie a destra e  a manca, attraendo folle che chiedevano aiuto e offrivano fiori, ceri o elemosine, a seconda delle possibilità. In virtù anche della grande venerazione del popolo, che arrivava sin dalle campagne, la confraternita' diventò sempre più numerosa e annoverò fra i suoi membri uomini dalla condizione più povera alla più agiata, che concorrevano con le loro offerte ad arricchire la cappella. Fu così che piano, piano essa venne sostituita da un edificio più importante, dotato anche di un oratorio. Proprio in questa nuova costruzione, nel Cinquecento, durante una grave epidemia di peste, avvenne un importante miracolo.

Si dice che due giovani artigiani, un ateo e un fervente credente, si fossero rifugiati in questa chiesa per prendersi una pausa dalla sofferenza che imperversava nelle strade. Una volta entrati il credente si inginocchiò subito a pregare, mentre l'ateo non si lasciò sfuggire l'occasionedi prenderlo in giro. Alla Vergine questo proprio non dovette andar giù, perché fulminò all' istante l'ateo, lasciando pietrificato l'amico che subito raddoppiò le preghiere. La Vergine si placò e si mostrò al giovane, promettendogli la fine dell'epidemia e donandogli due rose appena spuntate -nonostante il rigido inverno -che avrebbe dovuto consegnare al vescovo della città a prova di quanto accaduto. L'artigiano obbedì e il vescovo, dopo un digiuno di tre giorni che impose anche ali 'intera popolazione, si recò, accompagnato dal clero e dal popolo, in visita al Torresino. Indovinate un po'? Nel giro di una settimana il flagello della peste era miracolosamente cessato.


   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori